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Immagine del redattoreLucia Zoldan

Anche le note hanno un gusto

Se pensiamo alla musica sicuramente la associamo all’udito ma in realtà può interessare anche gli altri sensi, in particolare il gusto.


Andiamo per ordine. L’arte della musica e del canto sono nate prima di tutto per essere ascoltate dalle nostre orecchie, col tempo però gli artisti hanno capito che, sviluppando la propria idea reinterpretandola, poteva essere una nuova chiave di lettura della canzone o sinfonia.

Quando ci piace qualcosa proviamo un’emozione che parte dentro di noi, dal nostro baricentro; alcuni hanno la fortuna di provare la sensazione delle farfalle nello stomaco e lo stesso vale per la musica.


Ma allora in che senso le note hanno un gusto?

È molto semplice: la melodia può ricreare un’atmosfera cupa, triste, gioiosa, frizzante, malinconica, paurosa, di suspense ecc.…ecc... Così vieni associata un’emozione che partendo dall’udito arriva dritta al nostro interno; a volte proveremo la sensazione di un nodo in gola altre volte ci verrà da cantare dalla felicità. La stessa canzone, per esempio, attraverso una cover può essere stravolta in chiave più o meno dolce. Ponendo l’accento su alcune note e strofe la voce si modula di conseguenza; il risultato finale così spesso si discosterà dalla canzone originale dandole nuova vita e un tocco d’innovazione.

Samuele Bersani in “Giudizi Universali” ci fa respirare un’aria pesante composta da un racconto di una storia che lascia l’amaro in bocca. Frasi concise e taglienti rievocano ricordi sbiaditi, sentimenti finiti e probabilmente qualche rimorso. Alla fine, tutto si risolve nella strofa “Leggera, leggera, si bagna la fiamma, rimane la cera e non ci sei più”. Una liberazione da un amore che ormai è “Solo la copia di mille riassunti”.


Una canzone però può essere anche esageratamente dolce come “Sugar, sugar” del gruppo immaginario Archies. Testo e musica sono volutamente ripetitivi e questo diventa quasi una filastrocca che difficilmente si dimentica. Mette allegria e, anche se il significato non è dei più profondi, “Sugar, sugar” nel 1969 ha riscosso molto successo. È stata infatti la sigla del cartone animato “Archie e Sabrina” da qui si capisce bene la ragione di tale dolcezza.

Addirittura il gusto piccante ha dato il nome a un gruppo famosissimo: i Red Hot Chili Peppers che sanno spesso improvvisare e mescolare generi diversi dal punk rock fino al rock psichedelico regalandoci musica sempre dal retrogusto speziato.


Sapore e gusto si confondono facendoci scegliere cosa preferiamo seguendo quello che per noi è buono e scartando la cattiva musica. A volte i gusti cambiano altre volte rimangono gli stessi per sempre ma ricordiamoci che variare non fa mai male. Ci facciamo ispirare da gusti già assaggiati o da profumi che anticipano i piaceri della gola e raramente ci ricordiamo di un sapore insipido. Sentimenti e sapori si intrecciano dando vita a una esperienza sensoriale non sempre piacevole. Possiamo provare astio, invidia, gelosia e quindi un sapore troppo forte per non dire acido.

Credo però che siano di più le canzoni con un significato dolce - la parola candy ricorre molte volte nei testi. Giusto per citarne qualcuno: “Candy” di Robbie Williams, “Candyman” di Christina Aguilera, “Candy shop” di 50 Cent ecc… ecc…


A me personalmente però piace mischiare dolce e salato e ascoltare così una canzone dal testo impegnativo ma da un ritmo veloce e leggero che bilancia l’effetto finale. Vale anche il contrario! Spesso ci si ritrova a ridere dei problemi e a risolvere tutto mangiando una pizza e bevendo una birra con gli amici. Un film che mi sento di consigliare è “Vanilla Sky” del 2001 dove si è in bilico o in equilibrio tra il dolce e l’amaro.

La vita dopotutto rimane una dolce amara sinfonia che si confonde tra gli eventi e gli imprevisti. L’importante è capire che senso vogliamo darle.



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