“Survive” è il titolo del brano che vi presentiamo oggi: un viaggio che ci permetterà di percorrere e di entrare nell’ interiorità più profonda ed ancestrale dell’essere umano in relazione all’immensità e invincibilità della natura circostante.
Che cosa può fare l’uomo di fronte all’incommensurabilità del destino?
Questo è l’interrogativo che mi sono posta quando ho ascoltato per la prima volta il pezzo e guardato il videoclip.
Nel filmato, infatti, sono messi in primo piano luoghi abbandonati, distrutti; zone che hanno subito danni a causa di agenti esterni. L’elemento che prevale per tutta la durata del brano è il fuoco, simbolo di vita, calore, ma anche di distruzione e morte.
Un testo, dunque, che fa riflettere sul fascino ed il magnetismo della bellezza che ci circonda e ci spiega come tutte le cose siano collegate tra di loro nel ciclo della vita.
- di dove sei e come la tua città ha
contribuito a sviluppare una tua sensibilità artistica.
Mi chiamo Andrea Sandruvi, sono un musicista di 41 anni di Gemona del Friuli (UD).
Suono la chitarra da quando frequentavo le scuole medie, prendendo lezioni private per circa 4 anni dal maestro Fedrico Stefanutti mio compaesano. Gemona è sempre stata (e lo è tutt’ora) una cittadina attiva dal punto di vista musicale, una realtà ricca di musicisti. Ha sempre offerto le possibilità per esibirsi, anche attraverso le diverse borgate. E’ una cittadina sensibile sotto questo punto di vista, se oggi le possibilità di esprimersi dal vivo sono diminuite, si deve ricercare la causa nelle problematiche che riguardano le attività commerciali e le conseguenze della passata pandemia.
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Durante tutto il mio percorso musicale, non ho mai scritto una canzone mia, ho sempre suonato cover oppure pezzi di altri musicisti. Questo perché ho sempre pensato che i miei generi musicali preferiti (Hard Rock, Grunge, Alternative) hanno avuto già il loro tempo e che la musica oggi è di tutt’altro tipo…
Solo recentemente ho capito che questo ragionamento è sbagliato, tutta la musica comunica sempre qualcosa indipendentemente dal genere e dal contesto; quando si dice “quella canzone mi piace proprio” non è perché piace il genere: è per come è stata creata, “mescolando” melodia/ritmo/parole
è come una ricetta: gli ingredienti possono non piacere, ma il risultato finale si!
Survive è nata una sera mentre rientravo a casa da lavoro, percorrendo la stretta scorciatoia non illuminata dieto casa; ogni volta che la percorro ho la sensazione di essere il protagonista di un film horror…
quella sera mi sono chiesto: “se dovessi scrivere io la colonna sonora di questo film, come la farei?”
rientrato a casa ho preso la chitarra e l’ho scritta, ed è uscita così…
nei giorni successivi ho registrato le parti di chitarra, impostato i ritmi della batteria ed infine ho scritto il testo. Io ed il mio collega cantante siamo andati in studio solo per registrare la traccia di voce (The Cavern Studio Udine).
Una volta conluse tutte le parti, abbiamo proseguito con il mixing e mastering (Federico Stefanutti Mastering Studio Tricesimo UD) e la relativa uscita sulle varie piattaforme musicali (Lotus Music Production Villa Verucchio RN).
- Raccontaci il tuo percorso musicale dalle origini fino ad oggi.
La mia prima band risale ai tempi delle medie, ed era costituita da amici e compagni di classe. Suonavamo Heavy Metal, genere che ho sempre rispettato in quanto lo reputo come ottima scuola per affinare le tecniche chitarristiche. Da li ho fatto parte di numerosi gruppi di genere Rock, sia live che in studio oltre a delle ospitate in diversi contesti musicali. Attualmente mi esibisco in configurazione duo acustico genere Pop/Rock.
- Quando hai capito di voler fare questo mestiere/di avere questa passione?
C’è stato un episodio scatenante: avevo 13 anni quando un pomeriggio mio cugino Alessandro è venuto a casa mia portando una Stratocaster ed un amplificatore…io sono letteralmente rimasto scioccato
mentre lui strimpellava è come se si fosse acceso un interruttore nella mia testa, come se tutto quello che mi piaceva fare fino a quel momento non contasse più.
mia mamma, molti anni dopo, mi raccontò che in quell’episodio si percepiva dalla mia espressione che era successo qualcosa di eccezionale, mai successa prima una cosa simile…
Il giorno seguente sono andato dal prof. di musica, chiedendo di sostituire lo strumento che avevo scelto (pianola) con la chitarra. Così mi feci comprare la mia prima chitarra acustica dai miei genitori, una Fender molto economica, e passai almeno 4 ore al giorno con lei…
- Come è nato il brano “survive”?Raccontaci l’iter del processo creativo ( da quando hai trovato l’ispirazione fino alla produzione finale).
Durante tutto il mio percorso musicale, non ho mai scritto una canzone mia, ho sempre suonato cover oppure pezzi di altri musicisti. Questo perché ho sempre pensato che i miei generi musicali preferiti (Hard Rock, Grunge, Alternative) hanno avuto già il loro tempo e che la musica oggi è di tutt’altro tipo…
Solo recentemente ho capito che questo ragionamento è sbagliato, tutta la musica comunica sempre qualcosa indipendentemente dal genere e dal contesto; quando si dice “quella canzone mi piace proprio” non è perché piace il genere: è per come è stata creata, “mescolando” melodia/ritmo/parole
è come una ricetta: gli ingredienti possono non piacere, ma il risultato finale si!
Survive è nata una sera mentre rientravo a casa da lavoro, percorrendo la stretta scorciatoia non illuminata dietro casa; ogni volta che la percorro ho la sensazione di essere il protagonista di un film horror…
quella sera mi sono chiesto: “se dovessi scrivere io la colonna sonora di questo film, come la farei?”
rientrato a casa ho preso la chitarra e l’ho scritta, ed è uscita così…
nei giorni successivi ho registrato le parti di chitarra, impostato i ritmi della batteria ed infine ho scritto il testo. Io ed il mio collega cantante siamo andati in studio solo per registrare la traccia di voce (The Cavern Studio Udine).
Una volta conluse tutte le parti, abbiamo proseguito con il mixing e mastering (Federico Stefanutti Mastering Studio Tricesimo UD) e la relativa uscita sulle varie piattaforme musicali (Lotus Music Production Villa Verucchio RN).
- Hai mai performato dal vivo e in quale occasione?
Ho sempre suonato dal vivo, in diversi contesti ed anche all’estero. Credo che l’artista ha sempre il bisogno di esibirsi, quello che si prova durante un concerto è sempre di grande emozione…
personalmente la sensazione migliore che provo, in configurazione band, si manifesta quando riesco a sentire in maniera ottimale il suono della chitarra distorta che esce dall’impianto, mi dà una grinta enorme!
Per quanto riguarda l’acustico, mi piace molto l’atmosfera che si riesce a creare, dove c’è spazio per interagire con il pubblico.
- Come si struttura una tua live?
Solitamente con la band si segue una scaletta, dove è tutto chiaro e già definito a priori. Viene deciso tutto prima, cercando di studiare i giusti momenti dove suonare un pezzo piuttosto che un altro.
Si cerca di programmare il concerto nella maniera più efficace in base a dei criteri: tipo di evento, tipo di pubblico, tempistiche e contesto.
In acustico è molto diverso, non seguo mai una scaletta…il piubblico è determinante, ci si affida alle sensazioni che nascono durante la serata per decidere cosa suonare o meno…è imprevedibile, non credo di aver mai fatto due concerti acustici con la stessa identica sequenza di canzoni.
- Raccontaci una tua giornata tipo come persona e artista.
Finito il lavoro ed i doveri familiari, dedico delle ore a me stesso prima di coricarmi; ascolto musica, guardo concerti, suono spesso senza collegare la chitarra all’amplificatore, cerco nuovi suoni, riascolto delle mie registrazioni, mi aggiorno sulle novità in ambito musicale, consulto i siti web dei negozi di strumenti musicali, faccio i post sui social dei miei prossimi eventi, leggo i forum che riguardano la mia strumentazione, cerco dei locali dove poter proporre un concerto…ecco più o meno ho elencato tutto!
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