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Dejà Vu

Quando si ha la sensazione di aver già vissuto un momento che in realtà non è mai avvenuto si prova un senso di vertigine.


Così il brivido che sentiamo per un istante ci fa mettere in dubbio l’esistenza del presente.

Per alcuni, infatti, attraverso il Dejà Vu si rivive improvvisamente un’azione del passato, per altri tale fenomeno preannuncia il futuro, per i più rimane un mistero inspiegabile.

Non credo che ci debba essere una visione univoca poiché ognuno percepisce il Dejà Vu in modo personale e originale. Ragionare su quello che banalmente può essere codificato come ricordo mi provoca un’inspiegabile euforia data dalla consapevolezza che alcuni episodi sfuggono alla nostra razionalità.


Se si dovesse seguire sempre la logica umana probabilmente non si potrebbero sperimentare i Dejà Vu, di fatto ci sono diverse teorie di interpretazione. Non essendo una scienziata non è mia intenzione dare risposte o pareri formali ma, semplicemente, provare a scrivere di un argomento che mi ha sempre interessato.

È un evento imprevedibile e chi lo prova subisce un piccolo shock. Chiunque lo abbia sperimentato, almeno una volta, sa che si è sopraffatti da un istante di incredulità e stupore.

Apparentemente, infatti, non segue alcuna logica e riflettere su ciò che è accaduto risulta difficoltoso e per certi versi angosciante. Come si può ricordare qualcosa che non è ancora avvenuto?


Forse in realtà il Dejà Vu è un’anticipazione di un evento futuro piuttosto che il ricordo di uno passato. Voi da che parte state? Io credo che determinati episodi rasentino concetti e teorie poco conosciute e, per tale motivo, a volte, il Dejà Vu viene vissuto con distacco, senza porre la giusta attenzione per una percezione sconosciuta.

Se l'intuito ci guida i fatti sono la nostra sicurezza. Come possiamo affidarci a qualcosa che non è tangibile, concreto e condiviso dagli altri?

Il confine tra Dejà Vu e visione è labile, per questo è consigliabile non addentrarci troppo nella loro analisi spesso non veritiera.




Così il significato più profondo di un accadimento atemporale ci destabilizza poiché da sempre siamo stati abituati a ragionare a compartimenti stagni: passato, presente e futuro.

Mettere in discussione tali principi non porterebbe, per il momento, a nessun risultato dimostrabile. Tutto però, secondo me, avviene seguendo uno schema e quindi anche l’esperienza del Dejà Vu deve essere, a parer mio, interpretata come una proiezione di un evento sicuramente importante, sebbene spesso non se ne capisca il motivo.

Quando ho l’impressione di aver avuto un Dejà Vu la prima domanda che mi pongo è: “Ma io ho già vissuto questa situazione? Ho già pensato a questo fatto in un modo così aderente al mio attuale ragionamento?”


Il dubbio permane per un po’ e poi mi dimentico di quello che ho provato; evidentemente è un processo di difesa del nostro cervello che come sappiamo non sfruttiamo nella sua massima potenzialità.

Probabilmente il nostro stadio di evoluzione ci può solo far intravedere quello che riusciremo a pensare e a fare in un futuro non così lontano.


A me non resta che sperare che un giorno potremo utilizzare tutte le “funzioni” del nostro pensiero libero e scoprire nuovi modi di vivere la vita di tutti i giorni.

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