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Gorgan e la sua Cina

Quel volo per Wenzhou”, “Pillole per il dragone” e “La Nazione proibita” scritti da Gorgan sono una testimonianza diretta di una persona che ha vissuto la Cina in modo attivo e curioso riuscendo a scoprire e a comprendere una realtà lontana da quella di origine.


Trasferitosi in Cina nel 2008 per insegnare da prima la lingua inglese e poi quella italiana, ha finito col trascorrere dodici anni della sua vita in questo Paese meraviglioso e tutto da scoprire. Leggendo i tre libri si comprende come la sua professione insieme alla sua passione per i viaggi e la fotografia lo abbiano ispirato riuscendo a scrivere più di quello che aveva inizialmente previsto. I tre libri, poiché seguono un filo logico, sono stati riuniti nella collana “Un Fiorentino in Cina”.


Con riferimento alla sua professione mi è sorto spontaneo chiedergli cosa spinga uno studente cinese a studiare la nostra lingua. La sua risposta: “Quello che tutto il mondo invidia a noi italiani è l’arte e molti cinesi arrivano in Italia proprio per specializzarsi nel settore artistico. Tra i miei compiti, oltre a quello di fargli conoscere le nostre tradizioni assieme ai tratti più significativi della cultura italiana, c’era quello di aiutarli a superare l’esame CELI livello B1, requisito questo fondamentale per proseguire il loro percorso di studi in Italia”.

Non avendo mai insegnato nelle scuole italiane Gorgan non può fare un raffronto tra il nostro sistema scolastico e quello cinese. Ciò che può fare è rimarcare le differenze tra la scuola pubblica e quella privata sottolineando i pro e i contro derivanti dal lavorare per l’una o per l’altra. In entrambi i casi emerge quanto sia importante per lo studente conseguire un punteggio alto all’esame di maturità (quello che in Cina viene chiamato “Gao kao”). Ottenerlo permette di andare avanti negli studi. In caso contrario occorre cercarsi un lavoro. I cinesi hanno da sempre capito che l’istruzione deve essere collocata al primo posto. Questo può essere intuito molto facilmente anche solo dalla scelta architettonica del campus presso il quale Gorgan ha prestato servizio nel corso degli ultimi anni. Trattasi di un campus moderno e all’avanguardia sul modello americano.


Detto questo come è nata in Gorgan l’idea di scrivere dei libri? Dal desiderio di condividere con il lettore le sue esperienze di vita evidenziando la marcata differenza nel modo di pensare dei cinesi rispetto al nostro. Al tempo stesso è andato a colmare una lacuna…quella di non aver mai tenuto un diario giovanile dove annotare le sue vicende giornaliere. Fondamentale è stato anche l’incessante incoraggiamento di un suo caro amico che lo aveva sempre spronato ed invogliato ad instaurare un contatto diretto col lettore parlandogli della Cina. Fu così che nel 2017 inizia a scrivere quello che poi sarebbe diventato il primo libro della sua collana ossia “Quel volo per Wenzhou”. Dopo l’entusiasmo iniziale l’autore decide però di mettere in naftalina il suo scritto perché troppo assorbito dai suoi impegni quotidiani.


Il desiderio di rimetterci sopra le mani lo pervade e riemerge prepotentemente agli inizi del 2020 a seguito dello scoppio della pandemia. La sua, oltre ad essere un desiderio, è anche una necessità. Le giornate trascorse in quarantena sembravano non passare mai. Riportare per iscritto quanto stava accadendo era il modo più utile che avesse per farlo trascorrere.

“Quel volo per Wenzhou” è un libro che mentre nella prima parte affronta argomenti autobiografici, nella seconda tratta temi quali politica, religione, usanze, tradizioni, innovazione, viaggi e molto altro ancora.

Non potevano ovviamente mancare lucide e precise descrizioni di un evento di portata mondiale che non si era mai verificato prima. In particolare nel libro “La nazione proibita” viene documentata la vita durante la politica dello zero Covid per certi versi estrema. Sebbene non sia stato facile l’autore è riuscito a esplorare gran parte del territorio cinese proprio durante la pandemia.

Tutti i suoi viaggi sono stati delle piccole odissee. Attraverso mappe e foto il lettore viene rapito da un racconto dettagliato ed emozionante che fa spontaneamente scaturire il desiderio di visitare almeno una volta nella vita la Cina.

Dai suoi racconti emerge quanto sia stato per lui arduo viaggiare in tempo di Covid ma ciò che maggiormente lo ha rincuorato dandogli la forza di andare avanti è stato l’aiuto che ha puntualmente ricevuto dalla gente comune disposta ad assisterlo nel cercare di rendere i suoi viaggi meno omerici e più agevoli.

Concludendo da tutto quello che viene scritto si capisce come la Cina continui a preservare il suo patrimonio storico e culturale sviluppando al contempo le sue mire economiche. In dodici anni inoltre Gorgan ha assistito ad una vera metamorfosi del Paese andando a sfatare certi luoghi comuni radicati nel modo di pensare di noi occidentali. Uno su tutti la questione legata all’inquinamento. Ebbene sì…chi fosse ancora convinto che la Cina sia un Paese estremamente inquinato farebbe meglio a ricredersi. Negli ultimi anni si è passati da uno stato di vera emergenza ad un lento ma continuo ed incessante miglioramento. Nelle città gli scooter sono tutti elettrici. Molti mezzi pubblici lo sono altrettanto. Il governo adotta misure per incentivare l’acquisto di auto elettriche. Il risultato? Facilmente intuibile…riduzione delle emissioni di CO2 e riduzione dell’inquinamento acustico.


Per riassumere i tre libri nella loro sostanza riescono a far capire al lettore come la velocità tecnologica e lo sviluppo economico della Cina convivano con il rispetto di quelle tradizioni millenarie che costituiscono il patrimonio culturale del popolo cinese. La testimonianza diretta di Gorgan, cinese d’adozione,(come lui stesso ama definirsi), ci permette di conoscere la Cina più vera…quella autentica che ben poco ha a che vedere con quella che conosciamo molto spesso solo per sentito dire. Ciò che emerge chiaramente è il sentimento di gratitudine che l’autore nutre verso un Paese che lo ha ospitato per un così lungo periodo di tempo consentendogli di esercitare quella professione di insegnante che non ha potuto svolgere da noi in Italia. Il nostro augurio è quello che possa avere presto opportunità lavorative nel suo settore di competenza e…perché no…quello di rientrare in Cina qualora se ne presentasse l’opportunità. In bocca al lupo Gorgan!


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