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Immagine del redattoreLuigia Tamburro

Il pianista che suona sulle scale del paradiso: Luca Buosi.



Un artista molto particolare quello che vi presento oggi. Lui è un compositore, è un pianista ed è anche un vincitore di concorso di pianobaristi che è una categoria che sta a cuore a tutti.

Il suo nome è Luca Buosi e si presenta a Webradioitaliane in maniera molto elegante, con uno spartito che si intravede dietro di lui. Sicuramente per connotare ciò che arricchisce e completa la sua personalità.


Intervista a cura di Riccardo Russo.


R. Russo:

Innanzitutto iniziamo a parlare di questa categoria di pianobaristi di cui tu fai parte ed hai fatto parte, poiché avendo vinto un premio ne hai fatto parte sicuramente giusto?


L. Buosi:

Sì, io mi esibisco nei locali, quando c'era questa possibilità ovviamente. Con il Covid la possibilità di esibirsi dal vivo è diminuita molto purtroppo.


R. Russo:

Io volevo parlare del tuo EP, Paradise giusto?


L. Buosi:

E' il mio primo disco da solista. Paradise contiene cinque brani, cinque canzoni che sono prodotte dall'etichetta discografica battito rumore. Dentro queste cinque canzoni, due sono la colonna sonora di un cortometraggio che quest'anno mi ha regalato diverse soddisfazioni. Abbiamo vinto diversi premi, anche all'estero. Queste cinque canzoni mi rappresentano, canzoni totalmente composte al pianoforte e altre invece hanno degli accenni di musica elettronica.

Ho iniziato a studiare musica classica e quindi quando compongo mi appoggio sempre al pianoforte come strumento principale e dopo da lì do varie diramazioni alle colonne sonore e a quello che è il lavoro per il quale vengo ingaggiato.


R. Russo:

Citiamo 13 scatti che sarebbe il corto per il quale tu hai fatto la colonna sonora di Leonardo Barone...


L. Buosi:

Questo è un cortometraggio che mi ha regalato davvero tante soddisfazioni, tra cui la più grande in assoluto è riuscire a vincere ad Hollywood. Abbiamo vinto diversi premi anche in Italia. Abbiamo vinto in Regno Unito...


R. Russo:

Il corto è visibile a tutti?


L. Buosi:

Il corto è disponibile per tutti sulla piattaforma Cìnema. E' un corto fantasy, girato in Toscana e la cosa particolare è che grazie ai social ho potuto conoscere Leonardo che è appunto il regista. Prima di lavorare insieme abbiamo parlato per un anno di questo progetto e poi quando me l'ha consegnato, avendo già le idee molto chiare, in giro di veramente di poco, sono riuscita a comporre la colonna sonora, che contiene due canzoni che sono nel mio EP, che si intitola Paradise.


R. Russo:

Già ad 11 anni hai cominciato a studiare e subito ti sei messo in evidenza e a poco a poco ti sei avvicinato nel mondo delle colonne sonore appunto. So che hai lavorato per docufiction. La tua è una commistione di classicismo, perché componi musica classica, ma lavori anche con alcuni software per la creazione di musiche. Qual'è la tua piattaforma preferita?


L. Buosi:

Io lavoro con q base che è un programma che mi permette di registrare la mia musica. Sto tuttora studiando questa arte. Il programma ti dà la possibilità di fare tante cose, però bisogna anche sapere dove mettere le mani, perché non è soltanto scegliere il suono che mi piace, devi saperlo abbinare e mettere questo suono nella condizione di essere valorizzato. Bisogna anche avere conoscenze tecniche.


R. Russo:

Come nasce la realizzazione della colonna sonora di un film?


L. Buosi:

Io lavoro sempre a realizzazione film finita. Di solito il regista mi comunica tutti gli stati d'animo che vorrebbe trasmettere al suo film. Mi parla dei silenzi, dei dialoghi. Tu sai già come muoverti. La melodia di solito è molto bassa e ha la funzione di riempire quello spazio filmico, quella scena romantica o drammatica che sia, interpretando il pensiero del regista.


R. Russo:

Adesso ascoltiamo Paradise...


L. Buosi:

Faccio una premessa, è una canzone che è composta da due pianoforti con degli accenni di elettronica.




R. Russo:

Cosa consigli a chi vuole inserirsi in questo settore?


L. Buosi:

Innanzitutto consiglio a tutti di essere umili e poi di continuare a studiare, soprattutto quando le cose non vanno per il verso giusto. Credete in voi stessi che i risultati arrivano, anche se non nell'immediato. Fatelo soprattutto per voi stessi prima di tutto, perché arricchisce la tua vita.


R. Russo:

Quindi diresti che la musica è una sorta di esorcismo alla vita?


L. Buosi:

Sì, bisogna credere in se stessi, nelle proprie potenzialità e nei propri limiti. Magari studiando questo limite si fa sempre un po' più in là.


R. Russo:

Tu sei della filosofia di pensiero che bisogna sperimentare per imparare o il contrario?


L. Buosi:

Mi piace fare entrambe le cose, anche sbagliare ed imparare dai miei errori.


R. Russo:

Ti è mai capitato di dover filtrare la tua sensibilità in base a chi ti commissiona il lavoro?


L. Buosi:

Sì, sicuramente. Quando vai a creare parti sempre da uno stato d'animo. Inizio a suonare e se trovo qualcosa di buono lo registro, così da poterlo riascoltare e da lì, utilizzarlo come tema e andare a svilupparlo.


E a noi non ci resta che cercare su Youtube tutti i lavori di Luca Buosi per ascoltare le sue angeliche vibrazioni che regalano immagini evocative e suggestive, proprio come se fossimo in un'altra dimensione.







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