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Il suono del silenzio e i diecimila pugni alzati dei Disturbed


Nella Top20 di marzo ha fatto la sua comparsa la cover dei Disturbed di “The sound of silence”, famosissima canzone scritta nel lontano 1964 dal duo folk statunitense Simon & Garfunkel.

Non solo musicalmente non dimostra affatto i suoi sessant’anni ma affronta tematiche sociali importanti valide ieri come oggi.




Nella versione dei Disturbed, l’interpretazione vocale di David Draiman, pur rispettando la costruzione del brano, sposta il piano semantico in ambito metal, lontano anni luce dall’originale.

Anche se molti la ritengono esagerata, al limite del grottesco, i Disturbed, con la loro genuina potenza, sono riusciti ad esaltare appieno la forza del messaggio, che è dirompente: il silenzio ha un suono, un grido da sprigionare, parole da liberare e urlare, per incitare a ribellarsi, per opporsi a viva voce ad ogni violenza.



Avevano già trattato argomenti simili nel 2005 con l’album “Ten thousand fists”, che si allontana in parte dal sound metal degli esordi, virando verso toni più morbidi, con una presenza più significativa della chitarra. Sempre atmosfere cupe ma più spazio alla rabbia e a venature di malinconia.



Nell'album meritano di essere ascoltate “Guarded”, “Stricken”, “Just Stop” e “Deify” ma in particolare la traccia da cui il titolo, “Ten thousand Fists”, che porta con sé un messaggio profondo e universale: non restare in silenzio di fronte all'ingiustizia ma gridare e mostrare diecimila pugni alzati, simbolo di resistenza unitaria, contro le atrocità della guerra e di altre assurde iniziative del potere che finiscono per gravare sui ceti deboli.


Altro brano degli esordi che a me piace particolarmente è “The game”.

Parla di strategie e dinamiche violente nelle relazioni.

Sono riusciti a ricreare quelle sensazioni, oltre che con le parole, soprattutto con onomatopee (lie to me rah rah…), riff aggressivi, effetti ritmici della voce che si interseca mirabilmente con la chitarra, costruendo un ring sonoro dove le linee musicali combattono con forza bruta, per un coinvolgimento assicurato.



Suggerisco infine di ascoltare "A reason to fight", un vero e proprio singolo capolavoro che dimostra quanto i Disturbed possano proseguire, anche, in una direzione musicale diversa dal metal. E' un forte messaggio di speranza per tutti coloro che si trovano ad affrontare i demoni interiori, depressione e dipendenza, una battaglia importante che, per vincere, nessuno può e deve affrontare da solo.



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