Chi conosce i Nomadi sa che sono una band italiana con più di mezzo secolo di repertorio, amati sia dai grandi che dai piccoli. Ancora oggi, tra i loro pezzi più conosciuti, risultano essere delle vere poesie. Ci sono persone come Alessandro Maiolino e la sua band, i Samizdat, che da ben 27 anni cercano di portare tra le piazze non solo le canzoni dei Nomadi ma anche dei veri e propri ideali. Nella lunga intervista rilasciata da Maiolino, racconta infatti come sia nato il suo complesso, tra l'altro cover band ufficiale dei Nomadi. "L'anno di nascita del gruppo risale al 1994, ma la loro storia nasce ben prima, da una idea embrionale nel 1990, quando a soli 14 anni incontrai per la prima volta in un paesino della provincia di Messina, i Nomadi in concerto" racconta Alessandro che da quel momento iniziò questa grande passione per questo gruppo italiano; una scelta un po' insolita, forse contro tendenza dato che in quel periodo i ragazzini suoi coetanei erano fans scatenati di Vasco Rossi o delle star internazionali come Guns n roses.
Maiolino, si innamora perdutamente della musica, dei testi, del carisma di Augusto Daolio, front man dei Nomadi, che lo porta quindi a formare la sua band nel '94 insieme ad altri 4 ragazzi, tutti originari di Pozzallo, un paese in provincia di Ragusa, conosciuto per aver dato i Natali a Giorgio La Pira e sicuramente per le spiagge dorate di sabbia fine ed un mare limpido. Con Gugliemo Gambuzza, Vincenzo Basile, Rosario Giurdanella e Salvo Zacco inizia ufficialmente la storia dei Samizdat, fatto da un continuo percorso di ricerca, di pomeriggi a strimpellare nel garage, di esecuzione delle canzoni più conosciute ma nascono anche le prime composizioni scritte da Alessandro Maiolino: "canzone per Augusto" è un inno per questo sentimento nei confronti del leader dei Nomadi, morto nell'ottobre del 1992 a causa di una malattia; poco prima erano riusciti a entrare in contatto epistolare. Dal 1994 ad oggi i Samizdat hanno calcato centinaia di palchi in tutta Italia, varcando in lungo e in largo l'intera penisola, portando in tutti i loro concerti ideali di pace e solidarietà. In 27 anni di carriera, il gruppo ha partecipato ben due volte alle selezioni di Sanremo ma per certe vicende purtroppo non sono arrivati a suonare sul palco dell'Ariston durante la kermesse; sono stati ospiti in numerose trasmissioni televisive e sono arrivati terzi ad un concorso nazionale di rockband.
Hanno, inoltre, pubblicato sette album, il più importante nel 2004 "nel bene e nel male" in occasione del decennale del gruppo. L'ultima fatica è "se cantare una preghiera", scritta a marzo 2020 durante il lockdown: parla di una grande voglia di domandare a Dio cosa si debba attenzionare in questo mondo, per tutte le cose sbagliate che accadono, per le migliaia di persone che a causa del covid non ci sono più, insomma, se tutte le difficoltà hanno più o meno lo stesso valore. La canzone è stata pubblicata anche in versione inglese, la quale ha ricevuto maggiore successo, arrivando ai 10 mila download, distribuita in tutto il modo su tutte le piattaforme digitali e persino su spotify.
I Samizdat sono presenti anche nelle loro pagine social come facebook o instagram. " Il nostro nome non è stato scelto a caso, indica un fenomeno sociale, culturale e politico spontaneo che esplose in Unione Sovietica e nei paesi sotto la sua occupazione; noi non siamo solo un gruppo, siamo una idea che va oltre le persone che lo compongono e andremo ancora avanti per tanti altri anni e il fatto che riusciamo a coinvolgere nei nostri concerti giovani e meno giovani è una cosa che ci rende orgogliosi, segno che sicuramente lasciamo il segno al nostro pubblico, cosi come i Nomadi che dal 1963, dopo i Rolling Stones, sono il gruppo più longevo noi come cover band penso che possiamo dire la stessa cosa, essendo che sia nella nostra provincia siamo la band più "anziana" ma anche come cover band dei Nomadi" dice entusiato Alessandro Maiolino.
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