È Sabato, l'ultimo di Agosto, il caldo terrificante delle ultime settimane lascia spazio ad una giornata dalla temperatura piacevole, ideale per affrontare ciò che ci aspetta, già, proprio così... pensavate mi fossi dato al meteo eh!?!... Invece no! Qui si parla di Metal, e che Metal...
Qui si parla dell'arrivo a Milano, all'ippodromo Snai, delle " zucche di Amburgo", degli Helloween, band storica e vera e propria pietra miliare per tutti gli amanti del genere.
Quello che doveva essere un concerto, dopo vari rinvii e cambi location, si è trasformato in un Festival, all'interno del quale, oltre agli Helloween, si sono esibiti Moonlight Haze, Beast in Black e Sabaton ( che hanno rimpiazzato gli Hammerfall).
Apertura cancelli alle 16:30, si passano i controlli e si è dentro, giusto il tempo di evocare qualche centinaio di Santi per dover pagare una birra 8€ (una Tuborg tra l'altro, non esattamente il Brunello delle birre...) ed una bottiglietta d'acqua 3€ e si parte con i Moonlight Haze, bravi, mezz'ora nella quale si sono fatti valere grazie ad una bella alchimia tra i componenti del gruppo ed alla voce, splendida, della frontwoman Chiara Tricarico; ancora una volta, nonostante negli ultimi due mesi abbia visto più loro che i miei parenti ( Legnano, Filago e Milano) mi hanno colpito positivamente.
Dopo il combo italiano tocca ai Beast in Black, tecnicamente gran gruppo, la voce del cantante è bellissima ma non mi hanno entusiasmato, il loro Metal strizza un po' troppo l'occhio al Pop e, in alcuni casi, perfino alla Dance... sarà che sto invecchiando!
È il turno dei Sabaton che, ammetto, non conosco profondamente, anzi, a dirla tutta, li ho sempre snobbati più per una questione di antipatia epidermica che per altro ma, in quest'occasione, mi hanno, non dico conquistato, ma davvero ben impressionato.
Hanno messo in piedi un grande show, tecnicamente ineccepibili (grande merito ai fonici) e davvero bravi a tenere il palco hanno coinvolto tutto il pubblico grazie a brani che, seppur tutti simili tra loro, suonano come inni ed a una scenografia davvero impattante con palco trasformato in trincea con tanto di carrarmato al centro come base per le pelli.
Inoltre si sono rivelati dei "piacioni"... prima con il cantante che si è messo a suonare " Master of puppets" dei Metallica facendola però cantare al pubblico e, poi, con il chitarrista, Tommy Johansson, che ci ha intrattenuti parlando in italiano e citando perfino Max Pezzali e gli 883... a proposito, pochi giorni fa ha pubblicato su YouTube questa trashata https://youtu.be/fPAaJ8yoXXA
Cala il buio, cambia la scenografia, si palesa una grossa zucca gonfiabile a mo' di base per la batteria degli Helloween, ci siamo, arrivano...
Entrano e parte "Skyfall" ( suite da dodici minuti tratta dall'ultimo album ) giusto per far capire che, nonostante le molte primavere sulle spalle, i "ragazzi" sanno ancora tenere, e alla grande, il palco.
Subito dopo scatta "Eagle fly free", vero e proprio capolavoro senza tempo della band che, seppur abbia compiuto più di trent'anni, risulta comunque fresca ed attuale.
Il tempo di realizzare che è tutto vero e veniamo investiti da "Mass Pollution ", "Future World", "Power" e "I'm Alive", brani nei quali Andi Deris e "Sua Maestà " Michael Kiske si alternano alla voce in maniera assolutamente perfetta.
Neppure il tempo di riprendersi da questa bordata che il centro del palco viene preso da Kai Hansen, vero e proprio " Deus ex machina" della band e del genere che spara un medley composto da " Metal invaders", " Victim of fate", "Gorgar", "Ride the sky " e " Heavy Metal (is the law)".
Tutto perfetto, tutto suonato alla velocità della luce e cantato in maniera ineccepibile, lacrime di gioia!
Sarebbe anche potuto finire qui e, comunque, sarebbe stato il concerto dell'anno ma, per fortuna, gli Dei del metal hanno voglia di premiare il pubblico presente ed ecco che arrivano "Forever and one" ed un solo di chitarra al termine del quale, la band, com un fiume in piena, ci travolge con "Best time", "Dr.Stein", "How many tears" e "Perfect gentleman", l'adrenalina è ormai arrivata al suo apice e, la voce, mia e degli altri presenti, è ormai un lontano ricordo, totalmente andata, persa.
È tempo di chiudere lo show e, come giusto che sia, le zucche si congedano con una doppietta tanto scontata, in senso positivo, quanto attesa ed eseguono "The keeper of the seven keys " e "I want out" mandando, se possibile, ancor più in visibilio tutti i presenti.
Finisce qui, è stato tutto perfetto, tutto calibrato nei minimi dettagli per dare spazio a tutte e tre le ugole presenti sul palco ed anche agli altri quattro membri della band.
Gli Helloween non sono più (solo) una band, sono leggenda!
Grazie.
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