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Ivano Azzellino: Gramsci,Togliatti, Berlinguer. Tre idee per il cinema e la letteratura.

Aggiornamento: 8 mag 2023


Ivano Azzellino è uno speaker radiofonico e uno steward, ma oggi lo troviamo in versione di storico visionario che punta a una nuova forma di cultura. Saper raccontare è un privilegio che ha portato Ivano alla scrittura del suo libro: “Gramsci, Togliatti, Berlinguer. Tre idee per il cinema e la letteratura”.


Un libro con richiami al passato, ma sotto una veste del tutto nuova piena di spunti, curiosità e idee per il cinema moderno in merito alla vita di tre personaggi importanti e carismatici.

La prefazione è di Walter Veltroni mentre la postfazione è stata scritta da Nora Moll, scrittrice ma anche docente di letteratura italiana e letteratura comparata, che ha ispirato con i suoi insegnamenti ei suoi scritti lo scrittore che oggi vi propongo.


La trasposizione cinematografica e artistica è, come anticipato sopra, il tema portante che collega i tre personaggi con la storia, la filosofia e il lavoro che hanno fatto grande l'Italia.


I. Azzellino, infatti, conscio dell'importanza storica dei tre leader, capisce molto bene la duttilità del cinema e auspica che il suo libro ispiri registi, attori o chiunque appartenga al mondo delle arti e dello spettacolo, affinché vengano portati alla luce dei punti di vista e fatti realmente accaduti attraverso una narrazione moderna, più veloce e immediata.

L’idea non è quella di ideare film storici classici, bensì sfruttare nuovi orizzonti cinematografici che sappiano emozionare il pubblico e che creino una cultura basata sulla verità e sulla costante ricerca di fonti attendibili, dove filosofia, diritto e politica si fondano e portino l'individuo a comprendere meglio alcuni temi fondamentali che possano carpire la nostra realtà e quella di un tempo non molto lontano.



A questo riguardo Ivano Azzellino, nella stesura del suo libro, ha portato avanti una meticolosa e lunga ricerca recandosi personalmente nella Biblioteca Nazione di Roma, nell’Istituto Luce, nella Fondazione Gramsci e presso gli archivi storici del Corriere della Sera, dell' Unità e del giornale La Repubblica, riportando fatti, date, ideologie e filosofia del tempo storico in cui vivono i protagonisti che hanno fatto la storia dell’Italia.


La decisione, quindi, di scrivere questo libro in cui si parla di fatti storici, spettacolo e letteratura nasce dal desiderio di dare una maggiore visibilità a degli uomini politici del passato, i quali non sono stati studiati e affrontati in modo completo dal punto di vista cinematografico e artistico, di cui abbiamo poco e niente, portando inevitabilmente all’occhio attento del lettore un punto di vista finora poco trattato. Cosa a mio avviso ancora più interessante è il fatto che l’autore ha voluto far emergere la parte umana dei tre leader, indagando e cercando, nell’aspetto privato, le parti più intime e affascinanti di uomini che, seppur decisi e caparbi, svelano al lettore le loro fragilità. Emerge una ricerca di storie di vita e aneddoti mai tessuti e trattati con tanta cura di particolari al punto di incuriosire anche il più informato lettore.


E’ affascinate sfogliare le pagine sapientemente scritte dall’autore per entrare nelle vite di Gramsci, Togliatti e Berlinguer; conoscerli da vicino, comprendere i fatti storici, capire il passato per comprendere il presente.


Togliatti, per esempio, viene descritto da I. Azzellino come un tessitore della democrazia, in pratica molto diplomatico e ponderato, a tratti ambiguo ma anche amato e apprezzato, che ha stupito tutti nel suo memoriale di Yalta. Eppure la letteratura e il cinema non ne parlano, non c’è nessun film o documentario che racconti di Togliatti, mentre nella storia dell’arte, al Mambo di Bologna, si può ammirare l’opera del 1972 di Renato Guttuso che raffigura: “I funerali di Togliatti”.


Su Berlinguer non ci sono film ma molti documentari, mentre Antonello Venditti in “Dolce Enrico” gli dedica una canzone.


Su Gramsci ci sarebbe molto da scrivere, faccio giusto qualche accenno che so potreste trovare nel libro. L’autore cita ad esempio una poesia che Pasolini dedicò a Gramsci, e poi ricorda anche la fiction: “ Vita di Antonio Gramsci ” del 1981 a cura di Raffaele Maiello, la quale rischiò di non andare in onda se in quell’anno non fosse intervenuto Berlinguer a mediare con la Rai, trovando un compromesso: non pubblicizzare la fiction.



Quindi porta il lettore a riflettere su quanto ancora siano argomenti vergini e poco conosciuti, che meritano di essere portati alla luce della ribalta.





Per maggiori approfondimenti e per conoscere più da vicino il nostro autore, vi invito a guardare il video dell'intervista andata in onda sul nostro format: "4 Chiacchiere e un Prosecco".




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