top of page
17433604-words-from-magazines-form-a-colorful-background.jpg
Immagine del redattoreLuigia Tamburro

“Le tracce di un’altra donna” è il nuovo inedito di Leo Tenneriello che si focalizza sul mistero, il fascino e la forza vitale dell’immaginazione.


Il nuovo singolo di Leo Tenneriello “Le tracce di un’altra donna” è un brano dalla melodia dolce, che si lascia coccolare dal suono predominante della chitarra.

Il testo è ricco di metafore e rimandi letterari evocativi, che hanno la funzione di trasmettere all’ascoltatore la bellezza ed il fascino di questa donna, musa di un attimo fuggente colmo di significati per l’artista.

Il messaggio che questo inedito ci lascia è che non esisterebbe nessuna ispirazione senza la realtà connessa con la libera fantasia ed interpretazione dell’autore/artista/poeta illuminato che riesce a cogliere lo straordinario nella quotidianità: in questo caso si tratta di una donna al mare.

Per Leo Tenneriello la penna diventa un pennello e la realtà una tela tutta da scoprire e reinventare grazie alla forza propulsiva delle immagini.



Qual è stata l’ispirazione per “Le tracce di un’altra donna”?


L’ispirazione è nata da un’estate osservando una donna al mare. Mi sono ritrovato a immaginare chi fosse, da dove venisse, quali fossero i suoi pensieri. Ma alla fine mi sono reso conto che non importava chi fosse davvero. Ciò che contava era l’impressione che aveva lasciato in me, l’eco che si propagava nel mio immaginario. È un gioco tra realtà e fantasia, tra quello che vediamo e quello che ci immaginiamo.




La figura della donna nel testo sembra quasi intangibile, come se fosse più un concetto che una persona. È così?


Esattamente. Lei è più un simbolo che una figura reale. Parlo di “tracce”, perché non la vedo mai chiaramente, non la conosco, ma la sua presenza si fa sentire. La donna di cui canto potrebbe essere una qualsiasi delle figure che ognuno di noi incontra fugacemente nella vita, ma che per qualche motivo ci rimane impressa, forse per il suo mistero o per la nostra proiezione su di lei.

Nel ritornello canti "E le tracce di un’altra donna si diramano dentro me", un’immagine suggestiva. Che cosa rappresenta questa “altra donna”?

L’altra donna è tutto ciò che non conosciamo. È l’alterità, ciò che ci sfugge ma che ci attira. Può essere un lato di noi stessi che non abbiamo esplorato o una versione ideale di qualcuno. Nel testo la donna non ha un’identità definita, si presenta attraverso tracce, lasciando un'impronta, ma mai del tutto visibile. È come se la sua essenza si disperdesse dentro di me, cambiandomi.


Hai inserito un riferimento molto curioso a "La Coscienza di Zeno". Come si collega questo personaggio al brano?


"La Coscienza di Zeno" rappresenta il conflitto interiore, l’indecisione, il non sapere bene cosa si vuole dalla vita, ma anche una certa ironia. Nel brano, il richiamo a Zeno con "il nasino all’insù" è un modo per sottolineare la leggerezza di questo incontro fugace, quasi con una punta di autoironia. Siamo sempre un po’ indecisi, forse anche comici nel nostro modo di affrontare i sentimenti e Zeno incarna perfettamente questa ambiguità.

C'è un elemento di contrasto molto forte nella canzone: da un lato il mare, l’estate, e dall’altro immagini come “Madonna nuda” o “Cassandra muta”. Come si sposano questi due mondi?


È proprio il contrasto che mi interessa. L’estate porta con sé leggerezza, libertà, ma anche il desiderio, l’erotismo. Le figure di “Madonna nuda” e “Cassandra muta” incarnano questi due aspetti. La prima rappresenta una sensualità quasi sacra, mentre la seconda è l’incapacità di essere compresi, il presagio che nessuno ascolta. L’estate è un periodo in cui tutto sembra possibile, ma c’è sempre un lato nascosto, più oscuro, che ci accompagna.


Come descriveresti la tua relazione con il mare, che ritorna spesso nei tuoi testi?


Il mare è un elemento fortemente simbolico per me. È uno spazio di libertà, di purificazione, ma anche di mistero. Osservare il mare è come guardare dentro di noi: c’è sempre qualcosa che sfugge, qualcosa che non possiamo afferrare del tutto. Il mare, come la vita, è imprevedibile, e in questo brano rappresenta lo sfondo perfetto per un incontro fugace ma intenso.

Pensi che ci sia una chiave di lettura in più nella ripetizione del verso "La Coscienza di Zeno col nasino all’insù"?


Sicuramente. La ripetizione è un modo per rimarcare il senso di circolarità, di pensieri che tornano, di impressioni che si sedimentano. È come un refrain interiore. Zeno non trova mai davvero una soluzione, ed è lo stesso per me in questo brano: non trovo risposte definitive, solo nuove domande. È un po’ come la vita, no?


Hai definito la donna del testo come "liscia e misteriosa, come una rosa". Qual è il significato di questa immagine?


La rosa è un simbolo classico di bellezza e delicatezza, ma ha anche le sue spine. La donna è così: liscia, perfetta in apparenza, ma misteriosa, forse inaccessibile. È un’immagine che rimanda alla dualità che percepiamo nelle persone e nelle situazioni: qualcosa di bello che, però, può ferire se ci avviciniamo troppo.



Comments


bottom of page