Un romanzo rosa può far sognare e sperare nell’amore ma anche pensare che in qualche modo la soluzione non è così distante. Basta adattarsi alle situazioni incerte della vita.
Frutto della fantasia di Giulia Pennati il libro “Mai dire mai” sa rapire la curiosità del lettore che rimane incantato da una scrittura scorrevole e a tratti poetica. Amore, amicizia, viaggi in luoghi meravigliosi e tanto divertimento costruiscono la narrazione della storia di Mia, una ragazza come tante.
Mia si trova a dover partire da zero all’età di ventotto anni: divorziata e senza lavoro non si fa prendere dallo sconforto. Dovendo mantenersi accetta un impiego ben retribuito che le darà la possibilità di condurre una vita più serena e felice. Il lavoro in questione? Addetta al call center erotico. Inizialmente impacciata in poco tempo Mia riesce a sfruttare al meglio ciò che la contraddistingue ovvero la sua voce: chiara, giovane e sensuale. Utilizzando un software dedicato si farà chiamare Aurora. Mia così crea un personaggio e impara ben presto a recitare una parte, quella che desiderano le/i clienti. La sua guida è Sophie che saprà darle sempre un tempestivo aiuto.
Forse per caso, forse per destino il call center erotico fa ritrovare a Mia la sua fantasia, l’allegria e la spensieratezza perdute. Aurora (Mia) infatti durante le ore lavorative trae ispirazione da film, canzoni, esperienze divertenti e libri. Prende seriamente il suo lavoro sebbene per molti discutibile. Proprio per questo decide di confidare quale sia il suo nuovo impiego ad un’unica amica, Priscilla. Leale, onesta e sincera Priscilla è uno dei punti fermi di Mia e insieme sono un’esplosione di voglia di vivere e godersi gli anni più belli.
Essendo un lavoro che non la assorbe completamente Mia decide di non farsi mancare nulla nella vita, il dolore è un lontano ricordo. Gite fuori porta, lunghi weekend e serate in locali milanesi come il “Nottingham Forest”, fanno stare bene Mia e le sue amiche che, lentamente, stanno diventando delle donne coraggiose e decise.
“Mai dire mai” è un invito a non arrendersi e a provarci sempre. È un libro che coinvolge per il modo sottile che viene utilizzato per ricordarci dell’universo femminile e soprattutto dell’autodeterminazione e dell’indipendenza delle donne. Può essere anche toccata la questione della precarietà del lavoro di oggi, il tutto comunque è scritto con toni leggeri. Le parti più belle, a mio parere, sono le descrizioni di luoghi, sensazioni, vestiti, locali, emozioni e sogni. Giulia Pennati , si capisce bene, è un’appassionata di film, musica, arte e letteratura e mi ha svelato che per il libro ha tratto ispirazione da momenti autobiografici bellissimi.
Al centro del romanzo infatti c’è l’amore. Un amore tanto desiderato che crescendo dona una nuova luce a Mia. Grazie al suo nuovo amore Mia inizia a pensare seriamente al suo futuro e a prendere in mano le redini della sua vita – non si è fatta mancare nemmeno l’esperienza in un maneggio! -
Viaggi a Verona, Venezia, Parigi, Torino addirittura delle crociere fortificano il legame sentimentale ma da entrambe le parti, in momenti diversi, si metterà in discussione l’amore forse troppo idealizzato. Una sbandata non prevista per assurdo avrà come effetto una maggior chiarezza nel cuore di Mia che ora sa veramente quello che vuole ottenere. Inoltre si ritroverà a riflettere sul “valore del perdono” non senza remore mentali.
Il romanzo mi ha fatto capire che anche quello che può sembrare perfetto non lo è, nemmeno l’amore vero e bisogna farci i conti. Il telefono, il contatto fisico, lo scambio epistolare sono solo alcuni dei modi di comunicare di Mia.
Leggendo la sua storia, in questo primo capitolo della trilogia, ho colto l’essenza profumata di una giovane donna che assapora tutto della vita. Diventa più bella ogni giorno e la sua freschezza non appassisce, nonostante qualche delusione e screzio. Ha imparato come ricercare il suo equilibrio tra lavoro, amore e amiche.
A proposito Aurora(Mia) è ancora una addetta al call center erotico?
Per approfondire vi invito a guardare l’intervista a cura di Anna Roscio a Giulia Pennati nel format “Quattro chiacchiere e un Prosecco”.
L’autrice inoltre ringrazia la sua editrice Chiara Zanetti per il contributo fondamentale.
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