Dopo Materia Terra è arrivata Materia Pelle e noi pensiamo già a quale sarà il titolo che chiuderà la trilogia del nuovo progetto di Marco Mengoni.
Si presume che rimarrà la parola Materia ma non è scontato. Conoscendo le sfaccettature dell’artista siamo pronti a sorprese improvvise. Rompere gli schemi e reinventarsi non è facile per un professionista che potrebbe proporre canzoni simili dato il fatto che ha un grande seguito. Il suo segreto non lo conosce nessuno: non si capisce ancora come possa sempre causare la sensazione di un pugno nello stomaco ogni volta che si ascolta un suo nuovo album.
Io Marco Mengoni lo associo a Sanremo 2013, anno che lo ha visto vincitore assoluto, inconsapevolmente talentuoso e casualmente fortunato è riuscito in pochi minuti a dimostrare l’evoluzione di un percorso non sempre lineare. È così che ho iniziato a seguirlo e ad apprezzare le sue canzoni. Siamo nel 2022 e devo dire che in questi anni non ha mai fatto un passo falso. Certo quello che è reso noto ai più è una piccolissima percentuale di tutto quello che accade, è la parte ufficiale, quella che rimane. Allora io mi baso sulle informazioni alle quali possono accedere i comuni mortali, la verità filtrata due o tre volte dai professionisti della comunicazione.
Torniamo a noi.
Materia Pelle già nel titolo esprime tutto il significato più concreto dell’esistenza umana. Proseguendo con l’ascolto delle tracce si ribadiscono concetti che sono parte integrante di un’idea di fondo che sarà rivelata completamente solo con il prossimo album. A questo merito secondo voi come sarà intitolato? Potrebbe essere Materia Spirito o Materia Anima? Secondo me sì, vediamo perché.
Banalmente se si parte dalla terra per arrivare al corpo, beh allora non ci rimane che parlare di anima, sostanza di per sé impalpabile, un soffio che vola all’interno del corpo che la custodisce gelosamente ma che allo stesso tempo la intrappola in una dimensione a volte un po’ stretta. Sono rari i momenti nei quali corpo e anima sono allineati, sicuramente ascoltare le canzoni di Marco Mengoni contribuisce alla riuscita di questo evento. Non volendo anticiparvi troppo riguardo Materia Pelle non procederò con una critica canzone per canzone bensì il mio sarà un semplice commento generico sull’album.
La ricerca di un contatto reale, lasciandosi attraversare completamente dall’altra persona fa sì che la paura della sfida con sé stessi faccia riscoprire un inaspettato coraggio. Poiché l’arte di cadere è un’attitudine, la solitudine e i guai guidano i cambiamenti di rotta per riuscire a tornare al punto di partenza non più così lontano. Contro il tempo o fuori tempo poco cambia: i ricordi che pesano ci difendono e ci rafforzano ricostruendo ciò che siamo stati e cosa saremo. La nostra è una pelle che si modifica a seconda delle esperienze che viviamo, è l’involucro che delimita noi e gli altri, è il labile confine tra il fuoco e l’aria. Accade che il sole negli occhi non ci spaventi più e ci innalziamo oltre il dovuto provando sensazioni nuove. In corpi che non ci appartengono ridiamo mentre piangiamo e dimentichiamo la tristezza che inganna il cuore. Forse a questo punto il titolo del prossimo album potrebbe essere anche Materia Cuore, se si crede che l’anima risieda all’interno del cuore. Voi avete qualche idea?
Materia Pelle è un percorso dentro e fuori di noi stessi , è un viaggio alla ricerca di qualcosa che c’è già nella nostra vita ma che per qualche ragione non vediamo, è la sensazione che mescola forza e dubbi durante i momenti di alti e bassi dell'esistenza.
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