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“Nessuno è innocente”, il nuovo romanzo di Maurizio Mos

Nella Valle di Severino tutti sono inesorabilmente colpevoli, complici o indifferenti riguardo crimini e misfatti. In tale luogo vige la regola del silenzio.


La Valle di Severino racchiude luoghi isolati e protetti; le poche famiglie che ci vivono sono riservate e conducono una vita apparentemente semplice. Un posto sicuro e protetto dalle montagne che custodiscono segreti e illeciti commessi anche dalle persone più insospettabili.


Con il suo nuovo romanzo “Nessuno è innocente” l’autore Maurizio Mos, trovando spunto creativo da un fatto realmente accaduto, “Il Mostro di Bargagli”, ha inventato un intreccio narrativo che senza dubbio ha tutte le caratteristiche del racconto giallo.

Maurizio, appassionato di questo genere fin da giovanissimo, dal 2013 ha intrapreso la strada della scrittura a livello professionale.

La storia è ambientata nei primi anni ’70 e il protagonista è il commissario di Polizia Mauro Tagliaferri, un uomo di trentasei anni, molto stimato nell’ambiente di lavoro. Tagliaferri si troverà a dover risolvere un caso di omicidio di un uomo avvenuto in città. L’indagine sarà quindi di competenza della Pubblica Sicurezza. In un secondo momento, per volere del Procuratore Capo e del Giudice Istruttore anche i Carabinieri, in via del tutto eccezionale, collaboreranno con la Pubblica Sicurezza. Tale scelta avviene poiché le ricerche si complicano e si ampliano nello spazio e nel tempo, fino ad arrivare al lontano 1945.


Cosa succede nel 1945 nella Valle di Severino? Nel ’45 viene sottratta a una colonna nazifascista in ritirata una refurtiva di enorme valore che misteriosamente scompare nel nulla. Questo fatto, leggendo il libro, sarà il punto di arrivo e di partenza dell’intera ricerca di Tagliaferri. Dal ’45 al ’71 nella Valle si sono consumate decine di omicidi rimasti irrisolti e il movente principale sarà sempre la bramosia di denaro, potere e supremazia, attraverso ricatti, vendette e accordi. Il tutto davanti a persone indifferenti e reticenti durante le indagini.


Gli strumenti a disposizione del commissario Tagliaferri non sono molti, le indagini investigative di quegli anni non erano certo evolute come oggi. Mauro Tagliaferri allora, con la sua “Squadretta” (un Maresciallo e due Brigadieri) farà tesoro di informazioni incrociate prendendo in esame averi, immobili, dati del catasto, eredità, conti bancari e ciò che viene dichiarato.

Davanti all’avidità di soldi e ricchezza la gente della valle non si ferma, vengono persino uccisi bambini: la pietà non esiste in questa piccola realtà. Tagliaferri dovrà confrontarsi con verità impensabili e scioccanti e, quando tutto sembra confuso, all’improvviso, lentamente, si inizia a far chiarezza sul caso.


Il romanzo “Nessuno è innocente” non vuole essere una ricostruzione storica degli anni ’70, ma ciò nonostante, alcuni riferimenti sono inseriti al momento giusto, senza appesantire la lettura. Ne è un esempio il confronto tra Tagliaferri e il Capo della Squadra Mobile riguardo il ’68.

Quest’ultimo ha due figlie giovani e il più delle volte non capisce le loro idee e i loro ragionamenti. Tagliaferri, essendo poco più che trentenne, riesce a far comprendere quel periodo così particolare e pieno di tensioni, andando al di là del rapporto lavorativo che lo lega al Capo della Squadra Mobile.


L’autore Maurizio Mos nel ’68 era un ragazzo e mi è sorta spontanea la domanda di come oggi lui ricordi quegli anni. La sua risposta è: “Un sogno molto bello, vissuto con l’entusiasmo dei vent’anni. Una bella illusione”.

Illusione in quanto i sogni e le speranze, di fatto, non hanno trovato risposte concrete e da qui il fallimento.


Tornando al romanzo, Maurizio Mos è riuscito a costruire una storia avvincente, coinvolgente, con personaggi ben delineati e un’ambientazione adatta alla storia narrata.

Una valle dall’esterno può sembrare un luogo tranquillo. Nel libro, pagina dopo pagina, il lettore scopre come anche una piccola realtà sia lo sfondo di atti che seguono un’unica regola condivisa: il silenzio in vista di un tornaconto personale.


Di seguito l'intervista di Anna Roscio all'autore Maurizio Mos nel programma "Quattro Chiacchiere e un Prosecco".




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