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Immagine del redattoreLuigia Tamburro

Scrivo storie, dialoghi, incontri profondi: lui è Dìdime ed ha origine dalla parola sinestetica.




Benvenuti al nostro classico appuntamento con le interviste del giovedì. Questa sera è il turno di Dìdime, un artista tutto da scoprire.

Si collega con noi dalla sua postazione studio, munito di microfono e tastiera. Dettagli che destano subito il nostro interesse.


Intervista a cura di Riccardo Russo


R. Russo:

La prima domanda che ti faccio è d'obbligo...perché questo nome?


D.:

Il nome deriva dal greco, che si rifà alla dignità della musica. Dìdime è un invito a parlare.


R. Russo:

Di cosa parlano i tuoi testi?


D.:

Canzoni brevi per storie lunghe, nel loro significato più profondo. La musica per me è un dialogo, un incontro empatico.


R. Russo:

Raccontaci come nasce un tuo brano.


D.:

C'è inizialmente un flusso di parole, che nascono dal legame che nasce con lo strumento musicale, anche solo parlarne mi fanno venire delle immagini o idee in mente. Mi abbandono ecco.


R. Russo:

Presentaci il brano che hai portato questa sera.


D.:

Il brano si chiama Passatempo ed è il secondo episodio di un progetto che avevo già cominciato precedentemente.



Il videoclip colpisce per l'aria vintage che emana: dai colori, dalle inquadrature, dall'abbigliamento e dallo stile del protagonista. Vestito di bianco, come una nuvola su cui sta sognando ad occhi aperti. Il video immortala e rende unici momenti che per il protagonista sono sublimi, in cui emerge tutta l'esperienza estetica totalizzante e suggestiva. L'ascoltatore vive in prima persona ed entra nel mondo magico e misterioso dell'artista, fatto di luci, stelle e speranze. E noi, insieme a lui, diventiamo fiamme accese nell'Universo.



R. Russo:

I tuoi brani sono brevi, come mai questa scelta?


D.:

Perché sono istinti creativi e non mi va di forzare troppo la mano se non ne sento il bisogno.


R. Russo:

Parlaci di Canzoni brevi per storie lunghe.


D.:

Dietro questo progetto c'è molto mistero, ho vissuto veramente dei giorni magici in quel periodo. Ci sono state molte realtà che mi hanno permesso di far nascere questa idea.


R. Russo:

Com'è la vita di Dìdime?


D.:

E' fantastica! Grazie alla musica e ad altre cose che ti danno la possibilità di conoscere persone, di viaggiare, di esplorare l'Universo in tutta la sua bellezza.


R. Russo:

Come si chiama l'altro progetto su cui hai lavorato?


D.:

Voce, cuore, coraggio si chiama. Ho provato a riprodurre degli audio e a pubblicarli così com'erano, cercando di mantenere la mia autenticità. Sono tracce suonate con la chitarra che sono nate in momenti strampalati della vita. Gli orari in cui suonavo erano le 4.00 o 5.00 del mattino.


R. Russo:

Hai detto che stai lavorando ad un altro progetto...


D.:

Non voglio svelare tutto, posso dirvi che si chiamerà Happy hour e v e sarà una raccolta di 12 tracce. Il progetto è frutto di 5 collaborazioni ed è tutto autoprodotto.


R. Russo:

Che cosa ne pensi della sinestesia?


D.:

Che influenza fortemente il mio modo di scrivere, il mio mondo in generale. Sorge in me spontaneo vedere il colore di quel suono o trovare il suono in un'immagine. Affronto le cose in questo modo quando produco.


R. Russo:

Quale consiglio dai a chi vuole intraprendere come te una carriera artistica?


D.:

Il mio consiglio è di non guardare troppo in là, ciò non vuol dire non essere ambizioso, ma quando si tratta di realizzare un progetto bisogna guardarsi intorno, crearsi una squadra...



E noi ringraziamo questo bellissimo incontro con Dìdime che ci ha donato parole e visioni che lasciano un segno e lanciano un messaggio molto importante a chi vive di arte non per un mero scopo di marketing, ma per necessità cosmica.




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