Il nostro prossimo ospite suscita già una forte curiosità sia dal nome che ha scelto per autodefinirsi e sia dall'abbigliamento che indossa durante l'intervista: un cappello in stile steampunk ed una t-shirt nera con la scritta, per l'appunto, del suo singolare soprannome, Sir J. Scopriamo insieme qual è la sua storia.
Intervista a cura di Riccardo Russo:
R:
Quali sono gli esordi di Sir J?
S:
E' da quando ho 10/15 anni che suono; ho iniziato con le scatole delle scarpe. Il mio percorso musicale è iniziato a livello strumentale come percussionista. Poi ho messo su un duo che si chiamava Fatti così, che si è diviso successivamente. Mi sono unito nel frattempo ad altri gruppi ed alla fine ho deciso di continuare da solista come Sir J.
R:
Ci viene spontaneo chiederti...perché Sir J?
S:
Molti anni fa, quando avevo 25/26 anni ho avuto una parentesi nella mia vita in cui facevo il modello pubblicitario e c'era il fotografo che era americano e che quando mi chiamava al telefono mi lasciava dei messaggi in segreteria telefonica che facevano "Search a glass". Allora io me ne sono ricordato poi nel tempo ed il suono che evocava questo "Search" mi piaceva e pensavo tra me e me: <perché no?>. Così l'ho adattato a Sir J.
R:
Che genere musicale fai? E come lo produci?
S:
Pop-Rock! C'è una matrice pop, commerciale, ascoltabile con una contaminazione rock che si rifà ai Liftiba e Vasco Rossi dei primi anni.
R:
Sei un nostalgico o c'è la voglia di guardare avanti?
S:
La mia inclinazione era quella di rimanere nell'ambito del nostalgico; infatti con l'Alpha Agency, la mia agenzia con cui collaboro, ho prodotto un EP di quattro pezzi. Ogni singolo brano è stato creato da me con uno stile musicale un po' anni '70, alla Maneskin. La svolta c'è stata quando ho conosciuto un mio carissimo amico, sempre dell'Alpha Agency, che si chiama Giorgio Rey e con cui ho iniziato a parlare e con cui ho instaurato un rapporto molto bello. Così ha voluto farmi da produttore di queste canzoni, dandomi un'impronta originale rispetto alle scelte che avevo fatto io.
R:
Che attrezzature utilizzi per produrti?
S:
Innanzitutto bisogna avere una sala di registrazione insonorizzata. Io ho rubato lo sgabuzzino di casa. Quando i miei figli leggono "On air" fuori dalla porta non devono entrare. La seconda cosa bisogna avere un pc super performante; terza cosa ci deve essere una scheda audio a cui collegare lo strumento. Altri strumenti accessori sono un condensatore e le casse.
R:
Come nascono i tuoi brani?
S:
Dipende. Ad esempio l'inedito che ho portato oggi nasce da una conversazione con un mio amico in cui parlava di sua madre, dell'immagine che aveva di lei. In altri casi la musica ed il testo nascono da una lettura e la melodia la scelgo in base al genere di libro che sto consultando.
R:
E' venuto il momento di presentarci il tuo brano allora...
S:
Il titolo della canzone è Strega e descrive in particolare l'immagine che il mio amico aveva di sua madre, ma in generale si può adattare a tutte quelle donne che possiedono quel non so che di mistico e spirituale che ogni uomo vede come inarrivabile.
R:
Quali sono i tuoi progetti futuri?
S:
Sto lavorando ad un pezzo che mi è venuto in mente, mentre scrivevo un libro horror.
R:
Dove ti possiamo trovare sui social?
S:
Su Facebook mi potete trovare come Sergio Calcagnile o su Instagram come Serjheel.
R:
Come si lega la vita artistica a quella privata?
S:
Devi avere la possibilità di unirti ad una persona che ti capisca, ti lasci degli spazi e ti lasci libero nella mente, quando hai bisogno della notte o del giorno.
R:
Cosa vuoi consigliare a coloro che vogliono seguire la tua stessa strada?
S:
Dovete sempre seguire la vostra strada senza mai lasciarsi attrarre dai compromessi che ti danno l'illusione di arrivare all'obiettivo con facilità.
APPROFONDIMENTI:
- C’è stato un evento che ti ha fatto capire di dover iniziare a cantare e scrivere canzoni?
ciao a tutti, innanzitutto, ascoltatori di webradioitaliane.
L'evento che mi ha fatto iniziare?
in verita, vi dico: ho iniziato rompendo le scatole ai miei, cioè suonando proprio le scatole delle scarpe, usando le cucchiarelle di legno come bacchette.
ne rompevo a pacchi. suonavo con mio "bro", come dicono oggi, a partire da bambino e poi pian pianino diventai percussionista e corista.
quante serate, più avanti, ho trascorso con i fatti così con mio fratello marcello!
poi ci dividemmo purtroppo, con grande sofferenza. dopo qualche anno continuai in un duo denominato megapixel, in cui cominciai a scrivere e comporre spesso in autonomia, e qualche rara volta in coppia. facemmo anche qualche gradevole serata live, sempre come percussionista e anche cantante.
poi pero' terminò anche quest'avventura (esperienza ahime' costellata di delusioni, soprattutto verso la fine, ma... non rinnego nulla!).
in questa circostanza mi resi conto che per suonare insieme ad altri, devi comportarti come un fratello, oppure come un amico vero, altrimenti tutto diventa troppo complicato.
scelsi decisamente di continuare da solista. una nuova sfida. ed ecco qui sir j. oggi... domani chissà...
- Ho notato che nell’intervista indossavi un cappello in stile steampunk. quanto conta per te il look? è fondamentale per delineare la personalità di un artista?
Steampunk, ci hai preso!
l'ho scoperto proprio in occasione dell'uscita di strega.
diciamo che l'ho cercato, l'ho costruito, l'ho trovato!
cosa vuole dire per chi non lo sapesse? si tratta di un cappello tipico utilizzato durante la rivoluzione industriale inglese, che conteneva tratti di mondi fantastici. in realta' è stato molto utilizzato questo stile per simboleggiare gli stregoni. ed ecco qui il motivo dello steampunk style.
stregone rock. proprio così. credo che sia molto importante per un artista cercare di apparire con una certa poliedrica personalità, mai banale, al fine di promuovere e assecondare la propria dote artistica.
Inizialmente ero solo bombetta grigia e bretelle. ora mi piace steampunk. sa di cattivo, misterioso, stregoneggiante... certo, è indubbio che la personalità di un cantante o musicista viene fuori sul palco, ma io oggi, non avendo ancora questa chance live, accompagnata da una improbabile band o chitarrista, cerco di proporre un'immagine particolare di me, durante le interviste o i video, cercando di esprimermi in tal modo.
poi magari un domani ritornerò bombetta e bretelle.
- Secondo te che cosa rende un artista unico?
bella domanda.
l'artista vero, è sempre unico.
io non so se definirmi artista o meno, devono essere gli altri a riconoscermi.
però c'è una cosa che mi fa star davvero bene, ed è il fatto di creare, inventare sempre qualcosa di nuovo, giocare e divertirmi nel farlo, sentirmi soddisfatto e appagato una volta fatto.
Mi piace fare qualcosa e condividerlo con più gente possibile, magari collaborando e umilmente accettando di essere inferiore, ascoltando consigli di persone come te, magari più sfortunate di te.
Mi piace godere delle piccole cose in compagnia o anche in assoluta solitudine e poi affrontare sempre le prossime sfide con entusiasmo. Questo per me è essere artista.
Non so se ne sono davvero degno...credetemi...non è falsa umiltà.
Non credo di essere unico, sono uno dei tanti.
Sentivo ieri un intervento di Roberto Re sul fatto di aver successo. Io non ho mai avuto successo e non so se ce l'avrò. Lui affermava che ne abbiamo timore perché innescherebbe una serie di effetti da cui è difficile evadere. E' più facile il fallimento. Non perdi nulla e rimani a terra (questo era il senso del discorso).
Son d'accordo con lui ma... qualche volta... anche solo una mia canzone...mi piacerebbe che diventasse davvero famosa, ma non certo per soldi.
poi ritornerei nel mio fallimento, te lo garantisco, Roberto!
- Il brano “strega” che tipo di donna descrive?
E' la donna/uomo o uomo/donna attuale. il mondo è assolutamente femmina e volutamente l'ho voluta cantare a nome di tutti. Non c'è più una netta distinzione sessuale.
Lo vediamo e viviamo tutti i giorni.
Ormai viviamo un'epoca di grande globalizzazione politica, sociale, culturale e sessuale.
Pensate...
Quando suonavo nel duo Megapixel, composi questa canzone, che proponevamo spesso live, con un buon riscontro di pubblico.
Un produttore ci propose di produrre un album contenente strega, che gli piacque molto, però avrei dovuto modificare le parole, mettendole in terza persona, (essendo io uomo), trattandosi di un testo di argomento femminile.
Mi sentii dire che il testo delle mie canzoni, tra cui strega, erano poco significativi, che c'era da vergognarsi a suonarle live.
Oggi strega è in prima persona, con la mia voce maschile e con il testo originale.
Mi dispiace, cari vecchi fantasmi!
Strega è universale, come sempre rimarrà li', senza successo, però almeno è uscita come intendevo io, con il mio messaggio insignificante.
Di cosa parla strega?
Parla di questa donna che è certamente molto decisa e sicura di se', che non accetta compromessi, che crede fermamente nella sua strada a costo di finire bruciata sul rogo.
Ovviamente ogni termine è riportato al tempo delle streghe, ma sono solo... figure retoriche.
- Hai mai partecipato ad un contest musicale? se si raccontaci l’esperienza, oppure dicci se ti piacerebbe parteciparvi.
No, non ho mai partecipato ad alcun contest.
Mi piacerebbe parteciparvi anche se detesto i concorsi a pagamento, li trovo davvero scorretti.
Spero di riuscire a partecipare a qualche contest nei prossimi mesi, altrimenti continuerò a propormi e promuovermi attraverso i social e radio.
devo anche ringraziare la mia attuale etichetta discografica, la Alpha Agency, dietro la sapiente regia di Caterina Giordano, con distribuzione Sony Publishing.
Un altro ringraziamento va al mio produttore (vero), Giorgio rey con la sua Zeus Production.
Giorgio, my magister!
Quanti bei consigli!
- Ci sono delle letture o altre forme di arte visiva a cui ti ispiri per scrivere canzoni?
Per scrivere credo basti guardarsi intorno e ascoltare il mondo circostante.
Lui ti parla.
Se tendi l'orecchio in modo sensibile ti fornisce ogni tipo di vibrazione; devi solo cogliere e mettere in musica. Invece come forma d'arte direi la scrittura; sono ormai al mio settimo libro.
Ho iniziato con gli horror, e poi sconfinato nel thriller e romanzo storico.
Il prossimo brano che lancerò sarà tratto da un mio romanzo horror dal titolo...
no, non dico nulla! Si parla solo a cose fatte.
Ora basta, penso di avervi annoiato fin troppo.
Ringrazio il gentile pubblico che mi ha seguito in questa intervista, nella speranza che possa leggermente rimaner ... stregato... da un boomer steampunk!
Sir J.
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