Solidea Valente, la professionista plurilaureata nonché scrittrice
- Lucia Zoldan
- 7 giorni fa
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La dottoressa Solidea Valente può vantare una formazione interdisciplinare di tutto rispetto: è una giurista, una criminologa, una psicologa clinica, una biologa nutrizionista e, ovviamente, una scrittrice.
È inoltre professoressa in un liceo linguistico e all’università Bicocca, vive e lavora a Milano dove ha il suo studio come psicologa.
Una mente così brillante è cosa rara, soprattutto ai giorni nostri, giorni nei quali difficilmente si riesce ad avere una visione completa dei problemi.
La decisione della dott.ssa Valente di approfondire alcune materie e specializzarsi in più ambiti è dovuta alla sua estrema curiosità e al suo desiderio irrefrenabile di studio e ricerca. Alla sua professione ha sempre accompagnato il suo estro da scrittrice che ha coltivato fin da ragazzina.
Da un racconto di circa dieci pagine, scritto quando era ancora una bambina, Solidea Valente è riuscita a riprendere l’idea centrale e creare la sua prima fiaba “La principessa delle lucciole” dove l’intreccio si snoda tra elementi tradizionali e moderni.

Negli ultimi anni si è concentrata su alcune delicate questioni che interessano gli adolescenti, e i giovani in generale, collegando i suoi studi e affrontando il disagio e i problemi delle persone. Una tendenza universale è che l’età dell’adolescenza inizi molto prima e la sua fine non coincida più con la fine del periodo da teenager ma possa andare ben oltre.
Premettendo che ogni persona è a sé la dottoressa ha riscontrato che nelle tre fasi dell’adolescenza si possono evidenziare maggiormente diversi problemi.
Nella preadolescenza (11- 15 anni): sbalzi d’umore, abuso di sostanze e crisi rapporti familiari.
Nell’adolescenza (16-19 anni): solitudine, stress per scelta degli studi, ridefinizione rapporti familiari, confronto con i coetanei.
Nella tarda adolescenza (19-24 anni): questioni legate all’università, bassa autostima, isolamento sociale, desiderio d’indipendenza, confronto studio e lavoro con coetanei.
Ripeto che questa classificazione è indicativa e vuole dare solo un’idea generale di qualcosa che deve essere approfondito nelle giuste sedi.
Questioni che stanno a cuore a Solidea Valente sono poi il bullismo e il cyberbullismo: nel suo manuale “Dal Bullismo al Cyberbullismo nell’era digitale” la dottoressa affronta la tematica da un punto di vista psicologico, criminologico e legale. Vengono esaminati i profili del bullo e quello della vittima, gli strumenti di prevenzione e contrasto ed anche il rischio suicidario.
È interessante vedere come vengano analizzati il mondo della scuola e quello del calcio e come siano messe in gioco le abilità della dottoressa.

Il manuale vuole essere un concreto aiuto per le famiglie, le scuole e gli allenatori di calcio che hanno un ruolo fondamentale soprattutto per ciò che concerne la prevenzione. Ricordiamo che da qualche anno è stata introdotta nelle scuole la figura del referente contro il bullismo e il cyberbullismo.
Il contrasto a questo tipo di reato deve essere affrontato in modo organizzato e capillare, solo così si potrà eliminare in parte una piaga delle nostra era.
Come è facile intuire i problemi che affliggono i giovani sono molti: si va dai disturbi del comportamento, a quelli alimentari, da quelli relazionali a quelli dell’apprendimento. Famiglia e scuole dovrebbero essere in sintonia e cercare di intercettare subito il disagio degli adolescenti ma spesso questo non accade.
Secondo la dottoressa Valente spesso gli insegnanti sono poco empatici e si limitano a voler trasmettere nozioni senza un vero confronto con gli studenti.
Altra questione che riguarda i giovani nelle scuole è l’educazione sessuale e all’affettività che in Italia non sono obbligatorie. La consapevolezza e la gestione delle emozioni dovrebbero essere oggetto di discussioni e lezioni, dovrebbero essere materie da “studiare” e sulle quali ragionare.
Sappiamo bene che l’emergenza legata ai femminicidi sta dilagando oltremodo.
Per questo motivo Solidea Valente ha scritto “L’odore del sangue” nel quale vengono messe al centro cinque storie di donne vittime di violenza. Nel libro vengono spiegati i modi per prevenire e contrastare le fattispecie di reato ed anche qui si attribuisce alla scuola, luogo di cultura e formazione, un ruolo fondamentale.
Capire quali sono i segnali di rischio nelle relazioni e quando ci si trova in una relazione tossica e in una situazione di dipendenza affettiva è il primo passo verso una consapevolezza maggiore in risposta alla violenza psicologica e fisica.

L’attenzione che deve essere posta nei confronti dell’adolescenza è d’obbligo: in questa fase della vita avviene il passaggio dall’età infantile a quella adulta, c’è una ristrutturazione della personalità e si assiste a comportamenti problematici, a tratti patologici.
Come nei casi dei ragazzi hikikomori raccontati nel nuovissimo libro di Solidea Valente “Chiusi dentro. Il fenomeno degli hikikomori”. La difficoltà a stare con gli altri e la tendenza a isolarsi sempre di più denotano come i giovani di oggi incontrino molti limiti a socializzare e a confrontarsi.

Cercano risposte chiusi in camera e le criticità aumentano col passare dei giorni.
Oltre ai ragazzi hikikomori, situazione estrema di isolamento, la dott.ssa Valente ha riscontrato, più in generale, che la gran parte degli adolescenti tende a condurre una vita più solitaria e riscontra problemi di interazione e rapporti con i coetanei.
Un esempio concreto è l’utilizzo massivo dei siti d’incontro dove opportunità e pericoli devono essere chiari, spesso non lo sono…
C’è di più: oggi i casi di disturbi alimentari sono in aumento, da situazioni irrisolte i giovani e non solo, rispondono con una fame emotiva difficile da placare. “La fame emotiva: quando nutro le mie emozioni con il cibo” spiega come vivere ed elaborare le proprie emozioni senza venirne annientati.

In questo articolo ho voluto citare alcuni dei libri scritti da Solidea Valente una vera professionista che lavora con passione e competenza, azzerando giudizi e pregiudizi.
La dottoressa è inoltre Presidente dell'associazione Criminal-Mente e responsabile degli sportelli di ascolto sul bullismo e sulla violenza contro le donne.
Una curiosità: perché si chiama Solidea?
"Guardo il sole, mi viene un'idea, io la chiamo SOLIDEA". Questa la risposta che il padre di Solidea ha dato all’infermiera quando è nata!
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