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Vince Sanremo 2023 Marco Masini

Aggiornamento: 13 feb 2023

Iniziamo chiarendo che il titolo non ha un refuso ma è solo provocatorio. Sì perché vogliamo dedicarlo a tutti quelli che non erano presenti, né come partecipanti né come ospiti dei duetti in quanto non appartenenti o scelti dalle case discografiche che hanno fatto i giochi. Detto questo, andiamo per ordine.



Marco Mengoni vince a mani basse tutti i premi e tutte le serate perché la sua canzone è un mix perfetto di “money chords” (sequenze di accordi note agli addetti che sono usate spessissimo nelle canzoni proprio perché presenti in migliaia di brani di successo), di luoghi comuni sulle relazioni ma ben intortati, arrangiamenti che sottolineano gradatamente il crescendo verso un ritornello pieno di “hook” ovvero di ganci musicali e di testo ed in ultimo una voce che lascia poco spazio alla fantasia, grazie ad una tessitura che spostandosi verso le note alte diventa un po’ stridula senza però perdere gradevolezza. Insomma di meglio, a Sanremo, non si può fare se vuoi tentare di vincere. Sorvolerò sui look esposti da Mengoni perché ho una personale repulsione per la canotta ascellare.

Va detto a furor di popolo che la serata dei duetti era indiscussamente di Giorgia ed Elisa ma si è scelto di far vincere una canzone in lingua straniera (cosa che a mio avviso dovrebbe essere vietata a Sanremo). L’uso di autotune sui grandi classici del cantautorato italiano ha fatto storcere il naso persino ai più moderati. Ma ne parleremo più avanti.


Parliamo un attimo del festival degli eccessi (ormai patinati pur nella loro aberrazione). Prima Blanco sfascia un po’ di rose e vasi perché non ha un buon ritorno nelle in-ear (cuffiette) salvo poi venir fuori che era una coreografia prevista perché faceva riferimento al videoclip del brano presentato e che forse, era andato un po’ oltre quello che era previsto accadesse. Resta il fatto che Amadeus che ha gran fiuto per gli scandaletti, abbia cavalcato la polemica innescata dal pubblico presente sacrificando il giovane Blanco e trattandolo come un ebete sul palco per uscirne come il padre di famiglia che sa trattare con i “giovani esaltati”. Non è stato un bel momento di televisione.

Fedez si presenta da ospite con un pezzo di cui non aveva annunciato il testo decisamente contro la politica ma visto che non se lo fila nessuno tenta lo stesso di trarre attenzione a sé dicendo di assumersi la responsabilità di quanto enunciato; in realtà nessuno aveva ascoltato e i più cattivi hanno dichiarato di aver usato quel momento per andare in bagno.


Il marito della Ferragni (che co-presenta la serata finale con Amadeus e Morandi) avrà anche un momento sotto i riflettori durante l’ultima serata e a sue spese perché coinvolto a sorpresa in un siparietto sconcio da Rosa Chemical che, durante la propria esibizione, lo trascina in una simulazione di amplesso seguito da bacio con tanto di lingua. Le conseguenze pare siano state una sorta di lavata di capo della moglie. Sta di fatto che nessuno ha parlato di molestie; sì, perché diciamolo chiaro, Fedez non appariva consenziente né tantomeno contento di far parte di quel momento. Chissà se fosse accaduto ad una donna cosa sarebbe successo… Fedez ha tutta la nostra solidarietà!



Tornando agli artisti, appare chiaro che la torta sia stata per l’ennesima volta spartita dalle case discografiche, per cui diversi talenti nostrani di questo passo non li vedremo mai sul palco dello show musicale più atteso dell’anno proprio perché non appartenenti alle major.

Le canzoni invece non si capisce perché appaiano generalmente non selezionate ma scritte di fretta per l’occasione. Anche artisti del calibro di Giorgia si presentano con brani anonimi e con poco grip. Possibile che non si riesca a trovare una canzone che metta in risalto le sue notevoli qualità canore? Eppure esperimenti riuscitissimi sono sotto gli occhi di tutti, un esempio su tutti “The loneliest” dei Måneskin che è stato scritto a nove mani e che, escluse quelle dei componenti della band, vantano autori tra i migliori al mondo (anche loro hanno usato a man bassa i money-chords).


Sempre in tema di “ritorni” vanno citate Paola e Chiara, messe sul palco nel tentativo di creare una nuova (agée) ondata musicale per gli ex-giovani tra il pubblico che rappresentano una bella fetta di gente che spende qualcosa per divertirsi. La canzone è “boh”.


A ruota Anna Oxa che però pare non sia piaciuta che a pochi nonostante molti ne riconoscano le indubbie qualità canore ma la canzone è davvero “vecchia” in tutte le sue costruzioni sin dall’accordo iniziale palesemente “Skyfall” (di Adele). Non parlerò del look perché mi pettino peggio. Anche per lei vale il discorso già fatto su Giorgia.


Un podio a parte invece per Gianluca Grignani: un ritorno a pieno titolo con un brano coraggioso che mette a nudo la sua esistenza e racconta di disagi superati e disagi in corso. Un brano non facile, forse non sanremese ma chi se ne frega. Grignani riempie il palco e lo fa da vera star, mettendo in mostra eccessi (misurati, va detto) e fragilità con una onestà che spaventa i più. Solo chi si è fermato alla scorza non proverà mai il sapore di questo “frutto” fuoriclasse.


Anche i Cugini di Campagna escono vincitori da questo festival, il brano scritto da La Rappresentante di Lista è uno di quelli che non smette di girarti in testa e loro, al netto dell'immagine “arlecchinata” lo hanno reso al meglio.


Elodie ormai viaggia nella carrozza della “più bella d’Italia” ma vorrebbe essere anche la più brava. Allo stato attuale non sbaglia una mossa.

Vi potrei parlare dei giovani ma visto che sono arrivati in maggioranza in fondo alla classifica, rimando a voi la voglia di valutarne i brani. Sono sicuro che spopoleranno nelle playlist Spotify e nei download.

Veniamo ora allo scottante caso dell’autotune. Intendiamoci, se lo sai usare è uno strumento potente e può essere estremamente creativo. Altrimenti sembri il solito stonato del ca(t)so. C’è chi auspica dei provini pre-festival per valutare le capacità canore dei partecipanti ma sarebbe più opportuno chiedersi se non convenga limitarne l’uso se non addirittura abolirlo. A me cambia poco perché credo che tutto nasca da un’incomprensione: il festival di Sanremo è il festival della musica italiana o il festival delle belle voci, del bel canto? A voi l’ardua sentenza. Io mi limito a scegliere cosa ascoltare e cosa no.


Vado in chiusura perché statisticamente gli articoli che richiedono più di due minuti di lettura vengono abbandonati prima della fine.


Vogliamo un Direttore Artistico Donna. Mettiamo Amadeus in pausa per un anno se è così forte da non poter essere escluso ma fate dirigere un catso di Sanremo ad una Donna.

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