top of page
17433604-words-from-magazines-form-a-colorful-background.jpg

“Vita e morte non si conoscono ma si inseguono”. Mauro Liggi ci presenta “Alla terra i miei occhi”

La raccolta di poesie di Mauro Liggi racconta momenti di dolore, fragilità, mancanza, debolezza, estasi e amore. È un invito a mostrarsi per quello che si è, sempre, anche nei giorni più oscuri della vita.


Le poesie contenute in “Alla terra i miei occhi” non hanno un titolo, scelta dettata dall’importanza delle parole che spesso limitano la libera interpretazione.

Mauro Liggi riesce a canalizzare le sue angosce costanti in versi pregni di significato; viene liberata la sofferenza davanti alla tragedia e all’amore. È un libro dove la profondità del sentimento si scopre soprattutto quando il dolore diventa poesia, sintesi di vita e ricerca della verità.


L’autore di professione è un medico e il suo rapporto empatico con le persone l’ha sicuramente portato a scrivere poesie così vere e chiare. Sa perfettamente che davanti alla malattia siamo tutti uguali, fatti di carne, ossa e sentimenti.

Scrivere lo aiuta a vedere il dolore da un’altra angolazione e affogare la mente tra i versi lo aiuta quasi a non sentire lo strazio di un lutto. A un certo punto il distacco dal dolore deve avvenire senza rinnegarlo o dimenticarlo.


La morte è un passaggio inevitabile che ci fa misurare con i nostri sentimenti e i nostri ricordi; ci cambia e ci fa comprendere gli attimi quotidiani vissuti in modo inconsapevole. L’esperienza della perdita è raccontata con nostalgia dove si avverte come Mauro Liggi sia grato di aver avuto genitori teneri e comprensivi.

In “Alla terra i miei occhi” si respirano profumi familiari e le circostanze della vita sono oggetto di una “analisi” cruda e concisa. Un pugno nello stomaco è quello che si prova leggendo Mauro Liggi.


L’elemento della natura è onnipresente, si vive la magia della Sardegna attraverso metafore dell’esistenza, tratto tipico delle poesie universali.

La vita spesso è un buco nero dove la luce è sempre spenta nonostante si possa avvertire l’amore nascosto. L’eros è vita e, quando capita, la morte non esiste: destino e infinito sfuggono al nostro pensiero. Ci si perde per poi ritrovarsi su una strada conosciuta o, il più delle volte, su un sentiero non battuto. Il rischio della vita è questo: andare oltre ciò che conosciamo e riprovare a essere felici anche quando il tempo inizia a lasciare il suo segno.


Con l’eros una nuova vita nasce ogni giorno e la speranza si fa spazio nel cammino di ognuno di noi.

Uno squarcio di luce” preannuncia un domani qualsiasi sebbene la disperazione per una mancanza non potrà essere colmata.

“Alla terra i miei occhi” è un’invocazione e una ricerca del significato più alto della morte. È un dialogo aperto con un “dio” che non può essere ancora compreso. Lo spettro dei sentimenti è rappresentato con il realismo di un autore schietto e sincero. Le sue poesie arrivano immediatamente nell’anima.

 È un libro vivo e sentito, l’esempio di come la potenza della poesia riesca a legare sconosciuti nell’esperienza unica della lettura.


Per lui la poesia è un miracolo, arriva all’improvviso.

L’autore dà forma ai suoi versi come argilla grezza attraverso gli occhi di un uomo che vede lontano. Le sue poesie vogliono essere soprattutto un incoraggiamento a ricercare la bellezza ovunque, la speranza di giorni migliori e l’idea che il giudizio non sia mai l’ultima risposta di un confronto.


Mauro Liggi oltre ad essere un medico e uno scrittore è anche un fotografo di reportage. Riesce a raccontare con le immagini un mondo meraviglioso dove gli istanti si incontrano nell’obiettivo di una macchina fotografica che cattura la bellezza della vita.


Questo il link del suo sito internet:

Qui potete conoscere il mondo di Mauro Liggi.


Di seguito l’intervista di Anna Roscio a Mauro Liggi nel format “4 Chiacchiere e un Prosecco”.



Comments


bottom of page